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Il successo che non ti aspetti: Squid Game nell'Olimpo

21 milioni di investimento e quasi 1 miliardo di guadagno: Squid Game è già nella storia (e Netflix gongola)

 

Non c'è dubbio che Squid Game sia il fenomeno di comunicazione del momento. Tutti sui social e sui giornali online ne parlano e sul web è possibile trovare anticipazioni, riflessioni e approfondimenti di ogni genere. Il successo della serie sudcoreana è andato oltre ogni aspettativa e rischia di “minare” il successo mediatico de La casa di carta: ad oggi infatti, Squid Game è la serie più vista di Netflix al debutto. Come ogni successo che si rispetti, Squid Game ha aperto diversi fronti di comunicazione: c’è chi ha affrontato la trama e chi invece si è focalizzato sui temi etici che la serie diffonde. Dal punto di vista della comunicazione, la domanda è una: come ha fatto la serie sudcoreana ad ottenere un successo mediatico così esaltante?

Squid Game e la teoria della coda lunga

La risposta al successo di Squid Game è da trovare nella teoria della coda lunga. Questo termine è stato coniato nel 2004 da Chris Andersen in un articolo uscito su Wired. Per coda lunga si intende un modello economico e commerciale che ambisce non solo alla vendita di prodotti di massa ma anche su un numero infinito di prodotti di nicchia. La sceneggiatura era pronta dal 2008, ma c’è voluto il genio di Reed Hastings (CEO di Netflix) per portarla alla ribalta mondiale con un investimento di 21,4 milioni di dollari per la produzione dei 9 episodi. Il guadagno previsto è di 40 volte superiore (891 milioni di dollari). A seguito dell’uscita di Squid Game, le azioni del colosso californiano sono cresciute del 7% e sono destinate a crescere ulteriormente.

Il successo mondiale di Squid Game

Dal giorno della sua uscita, la serie sudcoreana è diventata subito virale. Un fenomeno che ha travolto i brand nazionali e internazionali e li ha messo di fronte a una scelta di campo: cavalcare l’onda mediatica di Squid Game o far finta di niente e proseguire per la propria strada? Tutti (o quasi) sembrano aver scelto la prima opzione: cavalcarlo e costruirci attorno una comunicazione digitale fatta di omaggi e riferimenti specifici.  Partiamo con Heineken: il colosso olandese ha deciso di pubblicare una foto della celebre bottiglia di vetro con l’aggiunta dei simboli presenti in un gioco nella serie sudcoreana e un claim forte: “Easy Choiche”.

 

Anche RHB Visa ha annunciato l'arrivo di un nuovo design della carta per la sua carta di credito RHB Visa Rewards, basato sull'ultima serie di successo coreana su Netflix, Squid Game. “Un nuovo design ti aspetta. Siete pronti ad accettare la vostra carta? Commenta di seguito e facci sapere se desideri accettare la sfida di possedere la carta di credito Visa Rewards RHB in edizione limitata", ha pubblicato RHB sulla sua pagina Facebook, aggiungendo che queste carte possono essere fornite solo su invito.

 

Anche Burger King entra “a gamba tesa” nella comunicazione digitale con un post geniale che connette un gioco della serie coreana ai cibi che si possono trovare al locale.

 

 

Anche Durex ha scelto di cavalcare l’onda e lo fa associando l’enorme bambina del gioco di Squid Game a una frase ad effetto connessa al mondo della sessualità.

Gorillas, il fenomeno emergente dell'instant commerce, ti fa vivere un'esperienza notevole: aprendo l'app, si può cliccare su una pagina in cui ti spiegano la ricetta dei biscotti di Squid Game e a fondo pagina ti vendono i tre prodotti che servono per cucinarli (zucchero di canna, bicarbonato e carta forno). Semplicemente geniale. 

 

AbarthPepsi, Formula 1SemrushHong Kong Airlines Budweiser invece hanno deciso di puntare forte sul secondo gioco legato al caramello e inserendo il logo del brand nella scatola (troverete le immagini sui nostri social). Anche alcuni brand italiani hanno deciso di adeguare la propria comunicazione alla serie sudcoreana. Uno degli esempi più divertenti arriva da brand Lievital, che sfrutta Squid Game per raccontare una propria peculiarità in modo ironico e innovativo. Il risultato è questo!

Anche Taffo ha dimostrato di essere sul pezzo con un post destinato (come al solito) a scatenare le classiche polemiche sull’opportunità di associare la morte a tematiche così diverse tra di loro. Queste sempre grazie al genio di Riccardo Pirrone (social media manager di Taffo). 

L’argomento è diventato virale anche fra i comici (internazionali e nazionali). Il duo comico Le coliche per esempio ha fatto una parodia dal nome SPID GAME che ribalta il gioco della serie di Netflix e lo assimila alla ricerca fantomatica di user e password dello spid.