Summer productivity slump: cos’è e come superarlo
Summer slump significa calo del rendimento ed è sintomatico nel periodo prima delle vacanze
Durante i caldi mesi estivi non sempre si riesce a mantenere alta la concentrazione e il rendimento sul lavoro. Le temperature aumentano e il pensiero delle vacanze prende il sopravvento, causando un calo della produttività nelle aziende. Questo fenomeno è noto come summer productivity slump. Questa tendenza è stata studiata negli ambienti lavorativi e accademici per identificare e analizzare il calo di rendimento estivo, che può avere un impatto significativo sia sulla performance aziendale che personale. In questo articolo esploreremo le ragioni dietro il summer productivity slump, le sue conseguenze e soprattutto le migliori pratiche per affrontarlo e superarlo con successo. Se anche tu sei vittima di questo burnout estivo, continua a leggere.
Che cos’è il summer productivity slump
Secondo alcuni studi nel periodo che va da inizio giugno a fine agosto, le aziende registrano un calo della produttività del 20% e un incremento della mancanza di concentrazione nei dipendenti di circa il 45%. Il summer productivity slump, ossia il crollo della produttività estiva, consiste in un burnout dovuto a una serie di fattori che si accumulano. Quando la produttività diminuisce, aumentano lo stress e la frustrazione, creando un circolo vizioso che può influire negativamente sulla qualità del lavoro e sulla soddisfazione personale. Pertanto comprendere le cause di questo fenomeno e adottare strategie per superarlo è fondamentale per qualsiasi organizzazione che desideri mantenere alte le sue prestazioni anche nei mesi estivi.
Le cause del summer productivity slump
Riconoscere le cause del summer productivity slump è il primo passo per affrontarlo al meglio. Vediamole insieme:
- Alte temperature: Le alte temperature sono senz’altro il principale motivo di disagio e mancanza di concentrazione. La scienza conferma che il caldo può comportare un calo delle capacità cognitive
- Carico di lavoro accumulato: L'assenza dei colleghi in ferie aumenta il carico di lavoro, provocando stress e ansia che portano al burnout
- Scadenze pre-vacanze: Rispettare le scadenze in vista delle vacanze estive è un’ulteriore causa di agitazione. Con la mente già in vacanza, si deve comunque lavorare per rispettare le scadenze
- FOMO (Fear Of Missing Out): La paura di essere tagliati fuori è il peggior nemico di chi lavora in estate. È frustrante vedere gli altri in vacanza mentre si è davanti al pc, soprattutto in compagnia dell’afa urbana.
Come superare il burnout estivo
Tuttavia esistono diverse accortezze per superare il summer productivity slump e arrivare incolumi (o quasi) alle ferie:
- Organizzare il lavoro: Per evitare ansia e stress, è fondamentale gestire il tempo lavorativo e gli obiettivi da portare a termine. All’inizio di ogni giornata lavorativa, fai un punto della situazione e suddividi i compiti da svolgere
- Mantenersi idratati e mangiare i giusti spuntini: L’idratazione è fondamentale, poiché la disidratazione può compromettere le funzionalità cognitive. Assumere proteine e carboidrati per fare un carico di energia durante i nostri spuntini è altrettanto importante. Il caffè può aiutare, ma senza esagerare
- Temperatura ottimale: Regola la temperatura del tuo ambiente di lavoro. In un open space, il condizionatore acceso può diventare motivo di conflitti con i colleghi; la temperatura ideale dovrebbe oscillare tra i ventiquattro e i ventisei gradi
- Organizzare l’ambiente di lavoro: Organizza la tua postazione eliminando il superfluo e tutto ciò che può diventare motivo di distrazione. Tieni vicino a te solo ciò che è utile e essenziale
- Prendersi delle pause: Concediti delle pause tra una task e l’altra, allontanandoti dalla postazione di lavoro e prendendo un po’ di aria fresca
Non forzarti a completare compiti che non ti riescono: stacca per ripartire con più carica. Questi sono alcuni consigli a cui puoi ricorrere per sopravvivere al summer productivity slump, nell’attesa che le ferie arrivino anche per te.
(articolo di Federica Maria Diddoro)