Intervista ad Antonio Venece, Direttore di Geeks Academy
Geeks Academy, acquisire competenze nel settore digital
Ci racconti com'è nata l'idea di realizzare in Italia la Geeks Academy?
Come spesso succede un'idea matura nel tempo e sboccia quando diversi fattori concorrono in un medesimo momento della vita dell'idea e della persona che la concepisce.
Innanzitutto l'idea si fonda su un'esigenza che ho sempre sentito forte negli oltre venti anni dedicati alla formazione nelle sue diverse forme: fare in modo che lo studente alla fine del corso di studio abbia il massimo delle probabilità di trovare lavoro. Ho sempre ritenuto che questo fosse uno dei parametri per misurare una formazione di qualità. Inoltre, nel corso della mia precedente esperienza di direttore di IED Roma, ho beneficiato di un osservatorio privilegiato sulle tendenze del mercato del lavoro. La grande attenzione che mettevo nello sviluppare il servizio di placement per gli studenti mi ha portato a contatto con molte aziende, agenzie per il lavoro e il mondo delle startup offrendomi un preciso spaccato delle grandi contraddizioni del mercato del lavoro italiano. Da un lato una forte disoccupazione dei giovani dai 15 ai 25 anni pari al 40% e, dall'altro, oltre il 40% di aziende che denunciava contraccolpi negativi sul proprio business perché non trovava i profili professionali ricercati. Un esempio su tutti: dati Unioncamere del 2015: circa il 38% di offerte di lavoro nel campo dello sviluppo di software non trova profili. Oggi siamo costretti a importare dall'estero il 3% di queste figure professionali. Stessa cosa nel settore delle ICT; infine un lungo viaggio di studio delle migliori università negli Stati Uniti effettuato a maggio di quest'anno mi ha aperto gli occhi sulla direzione in cui evolve la formazione e sull'attualità del mercato americano e quindi su quello che succederà da noi nei prossimi anni.
Geeks Academy è stata quindi fondata per colmare il divario sempre più ampio di competenze nel campo del computer coding, data sciences, web security, UXD e digital marketing e la conseguente carenza di profili professionali.
Perché hai scelto il termine Geek per la sua accademia?
La parola “Geek” racchiudeva fino a pochi anni fa due importanti significati. Da un lato, è associata agli oggetti tecnologici di ultima generazione e, dall'altro, ha indicato, insieme al termine “Nerd”, un particolare tipo di persona bizzarro e a tratti asociale perché molto coinvolto nella sua passione per l'informatica, la tecnologia e la fantascienza. Oggi, invece, i Geek sono i protagonisti della grande trasformazione dell'economia digitale in corso. Di fatto si ritrovano al centro dei grandi processi di innovazione e protagonisti determinanti del miglioramento della vita quotidiana di tutti noi. E questo ha comportato per molti Geek l'esigenza di essere sempre più comunità attiva e dialogante con il resto della società che, di ritorno, gli riconosce un ruolo di leadership in questa fase di grande cambiamento. Un ruolo di leadership che gli viene riconosciuto anche in termini di ricchezza detenuta. Nell'ultima lista dei primi dieci miliardari a livello mondiale la metà provengono dall'economia digitale. Ritengo pertanto che la parola Geek racchiuda quanto di più positivo debba caratterizzare un giovane che guarda al futuro con ottimismo: passione per la tecnologia, disponibilità al cambiamento e miglioramento continuo.
Il "Geek" in 3 aggettivi.
Appassionato fino all'ossessione, generoso, cool.
Quali vantaggi, in termini reali di possibilità di entrata nel mondo del lavoro, ha un giovane che frequenta l'Academy?
A questa domanda rispondo con due esempi concreti: a gennaio lanciamo il primo dei nostri corsi a numero chiuso, il Big Data Junior Expert. Questo è un corso intensivo di tre mesi focalizzato sulla Business Integration. Ancora prima di partire, dei 14 posti disponibili per il corso abbiamo già 10 placement garantiti dall'azienda partner Catenate, con un tirocinio remunerato di tre mesi e, al termine, la possibilità di lavorare in una delle cinque sedi in Europa. L'altro esempio riguarda la presenza di siti in lingua inglese, che già oggi, sono disposti a pagare fino a 1000 euro per segnalazioni di profili da assumere nelle varie discipline che noi copriremo come programmazione e cybersecurity.
Che peculiarità devono necessariamente avere i Docenti dell'Academy? Cosa cerchi da loro?
Innanzitutto preparazione e grande aggiornamento di conoscenze e competenze. E, altrettanto importante, consideriamo la motivazione a voler condividere e trasmettere la propria passione Geek. Per questo motivo sono sostanzialmente tutti dei professionisti che si prestano all'insegnamento.
Quali sono le peculiarità della vostra didattica?
I pilastri della metodologia didattica della Geeks Academy sono:
- sviluppo di competenze pratiche;
- sviluppo di soft skills;
- approccio creativo e ludico.
Siamo profondamente convinti che vada data grande attenzione allo sviluppo della creatività e delle soft skills, anche nello studio di discipline molto tecniche, per generare performance lavorative migliori nella moderna economia digitale. Gli strumenti si basano invece su una forte integrazione dell'apprendimento online e offline. Per noi l'elemento della “comunità” di apprendimento resta fondamentale. Poter condividere con altri i momenti dedicati all'apprendimento permette di accelerare l'apprendimento stesso e di conferirgli una qualità emozionale per noi irrinunciabile.
Si parla sempre di più di nuove professioni legate al digitale, sia in Italia sia all'estero: ci dà il suo punto di vista su questa "rivoluzione" che tocca tanti aspetti del nostro quotidiano?
Il 60% delle professioni che esisteranno tra 10 anni oggi ancora non esistono. Ecco questo ci dà la misura del grande cambiamento a cui stiamo andando incontro. Un esempio su tutti: un ruolo importante lo giocheranno i “Bot”. Bot (abbreviazione di robot) in terminologia informatica in generale è un programma che accede alla rete attraverso lo stesso tipo di canali utilizzati dagli utenti umani (pagine web, chat, videogiochi, e così via). Programmi di questo tipo sono diffusi in relazione a molti diversi servizi in rete, con scopi vari ma in genere legati all'automazione di compiti che sarebbero troppo gravosi o complessi per gli utenti umani. Nei social network vengono utilizzati spesso per fornire all'utente una comunicazione assimilabile nei toni e nelle modalità a una conversazione umana. Questi Bot migliorano di anno in anno ed è sempre più difficile distinguere un bot da una persona. Ad esempio sul mio cellulare ho un bot, Joy, che mi “chiede” come è andata la giornata o come mi sento, dandomi dei consigli e fornendomi una sorta di report su come mi sono sentito l'ultima settima. Ebbene, questi Bot chi li programmerà? Dopo questa intervista, saprai certamente cosa rispondere.
Un mestiere del passato di cui sente la mancanza e che potrebbe evolversi (con una nuova vita) nel Digital...
Più che nostalgia provo una grande emozione per quello che continuerà a succedere nel campo dell'innovazione tecnologica e quindi come evolveranno le professioni nel futuro. Pensiamo per esempio alla nascita del compositore in ambito digital music. Oltre ad aver accesso ormai all'intero catalogo musicale, potremo anche richiedere la personalizzazione di musiche. Dei Bot selezioneranno tra le musiche che più ci piacciono gli elementi ricorrenti componendo una prima versione che poi verrà affinata da un compositore. Questo permetterà di farlo a livelli di massa offrendo, da un lato, nuove opportunità di lavoro ai musicisti, dall'altro al consumatore composizioni “on demand”.
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